martedì 16 dicembre 2014

...e menomale che c'è crisi.

Nell'arco di un mese/un mese e mezzo ho mandato circa 30 richieste di preventivo a scatolifici sparsi in tutta Italia, mi hanno risposto solo in 4 di cui due spiegandomi cortesemente che non potevo avere ciò che chiedevo, e gli altri due con costi e tutto il resto. Faccio fare le etichette per le piante del giardino mandando un'email con la lista dei nomi delle piante e a malapena mi rispondono, a volte mi mandano direttamente la bozza da correggere dopo due settimane. Il sito ha avuto problemi di hackeraggio e ce lo devono dire i nostri clienti o dobbiamo accorgercene noi perché i "servizi di monitoraggio" degli addetti ai lavori evidentemente non monitorano un tubo.

L'elenco potrebbe continuare.

Quindi mi chiedo... Ce la meritiamo, forse, questa crisi?
Non che io sia perfetta, ma in quello che faccio, nonostante l'attività non sia mia, ci metto passione e professionalità. Certo, si sbaglia tutti, ma qua manca cortesia, un minimo di intelligenza pratica, sveltezza, spirito d'iniziativa in quella che è la materia di competenza. Gente pagata fior di quattrini che pensa non si sa a cosa, o forse ha clienti più importanti di noi per poter rispondere a un'email in tempi utili. Forse sbagliamo noi, nel considerare tutti i clienti ugualmente importanti, da quello che viene a prendere una pianta a quello che ti chiama perché vuole un autotreno pieno?

A me è stato insegnato che il lavoro che si ha la fortuna di avere, soprattutto di questi tempi, va tenuto stretto. Certo, non si deve fare a meno della dignità e del rispetto, quello è chiaro. Potrei capire un dipendente (fino a un certo punto), ma uno che manda avanti la propria attività come se tutto dagli altri fosse dovuto, mi chiedo, la crisi la sente o vive nel suo mondo?

Mi ci arrabbio, perché il lavoro rallenta a causa non mia, e non posso farci nulla se non tempestare di telefonate gente che non mi sta facendo un favore, sta guadagnando qualche euro in più che, di questi tempi, non è da buttare.


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