venerdì 26 febbraio 2016

Come il Bullet Journaling può cambiarvi la vita

Sono sempre stata una che ha scritto tanto. A 4 anni leggevo e subito dopo ho imparato a scrivere in stampatello, e a giocare con le bambole preferivo di gran lunga scrivere paginate e paginate di qualunque cosa mi passasse per la testa, oltre a disegnare, chiaramente. A 8 anni avevo già il callo della penna sul dito medio, naturale conseguenza di questa inclinazione.
Fino all'avvento degli smartphone mi sono organizzata la vita tra agenda cartacea e computer,  poi sono passata ad IPhone e IPad e per un po' ho resistito solo con quelli. Poi non ce l'ho fatta più. Già qualche tempo fa avevo ripreso a scrivere gli appuntamenti su un'agenda cartacea piuttosto che sul cellulare, e poi a un certo punto ho scoperto un sito, www.bulletjournal.com - The analog system for the digital age - messo a punto da un signore evidentemente amante dei sistemi analogici di organizzazione, dove si trovano tante info interessanti su questa pratica.
Ma cosa diavolo è il bullet journaling?
Innanzitutto la traduzione in italiano. Bullet vuol dire sì proiettile, e probabilmente è la prima cosa che leggendo il nome vi è venuta in mente, ma vuol dire anche elenco puntato. Nel caso dell'organizzazione, diventa quindi una to-do list. Ma il bullet journal è molto di più di una lista di cose da fare, perché journal vuol dire diario, e il sito insegna proprio come costruire la propria agenda organizzata in base alle proprie esigenze, non solo per le cose da fare ma per tutte le cose che riguardano la nostra vita e che sentiamo la necessità di mettere nero su bianco. Non sto parlando degli sfoghi, per quelli infatti ho un diario a parte (traslitterato in cirillico, hehe), ma di tutte le cose che riguardano la nostra vita pratica.
Per farmi capire meglio, vi mostro un po' di foto.
A febbraio ho comprato questo notebook carinissimo su Amazon (sarebbe stato perfetto se fosse stato a quadretti, ma vabè)


e ho iniziato ad adibirlo a bullet journal.
Ora, le cose fondamentali che deve avere un bullet journal per essere leggibile e utile sono una legenda e un elenco.


La lingua che ho scelto per il mio BuJo (così si abbrevia) è l'inglese, perchè è più sintetica e risparmio spazio (che posso eventualmente decorare, come si vede in foto XD) e comunque mi ci trovo meglio che con l'italiano.
A sinistra si legge un elenco in cui ad ogni simbolo viene data una spiegazione: ad esempio, le cose da fare sono contrassegnate da un quadratino vuoto, le completate con la spunta, le priorità con la stellina eccetera. Inoltre, vi sono dei colori. Il colour-coding è una pratica abbastanza diffusa tra i bullet journalers, perché semplicemente piegando il bordo del diario si riesce a vedere dove sta una pagina dedicata a un mese, a una settimana e così via, apponendo il quadratino colorato a bordo pagina. 

L'indice è obbligatorio, se non si vuole ammattire a cercare ogni volta una pagina che ci serve. Per far questo ovviamente le pagine vanno numerate a mano, a meno che non abbiate un notebook numerato (ho infatti appena acquistato un Leucthturm 1917 a5 puntinato numerato e con anche l'indice impostato).


Fatelo su due pagine. Una non vi basterà.

Ora, detto questo ognuno si organizza i mesi, le settimane e i giorni come crede. Le pagine dedicate ai mesi e alle settimane che si sviluppano su due pagine di journal si chiamano spread. 
Io personalmente lo spread lo faccio solo per il mese, come nel caso di marzo:


a sinistra costruisco un calendario, mentre la pagina di destra la lascio per i goals del mese, gli obiettivi che mi prefisso di raggiungere.
Ogni settimana che passa, faccio una pagina settimanale che ha più o meno questo aspetto (gli header cambiano a seconda dell'umore della giornata, la parte superiore della pagina può essere molto diversa di volta in volta, quello che resta uguale è la struttura).


Io personalmente la settimana me la organizzo così: in alto a sinistra metto le cose da fare per la casa e per quanto riguarda la mia salute; in alto a destra gli appuntamenti di lavoro o l'orario della settimana; in basso a sinistra il money balance della settimana con entrate e uscite; in basso a destra le cose a cui dare assoluta priorità.

Ogni mese, inoltre, come molti bullet journalers, redigo un habit tracker, ovvero letteramente un "rintraccia abitudini". Non sembra utile? Invece lo è, specie se di cose ne fate tante e stare dietro a tutto e ricordarvi di farle a volte (spesso) risulta complicato.


Nella colonna di sinistra troviamo le attività che vorrei portare avanti il più possibile - oltre, in fondo, il lavoro, perché serve a me per i giorni ma non rientra proprio nelle abitudini. Ogni sera prima di andare a letto coloro i quadratini corrispondenti alle cose che ho fatto durante la giornata. 

Le giornate normalmente le suddivido in due per pagina - come si vede nella foto sopra accanto al tracker, ogni volta con uno header diverso, e per la domenica lascio più spazio per eventuali cose da appiccicare o quotes da scrivere. Esempi:



Oltre a ciò, si possono fare liste, o collections, di ogni tipo. 
Ecco alcuni esempi:


la planning routine mi serve per ricordarmi di tutte le cose da fare a fine o inizio giornata, ma soprattutto a fine settimana e a fine mese, per quanto riguarda l'organizzazione dell'agenda. Serve soprattutto all'inizio ma io la trovo utile anche dopo un po'.


Questa è un'idea che ho preso a Boho Berry (la trovate su Pinterest e Youtube, non so se anche su altri social), ovvero la grateful page. Ci sono tutte le cose di cui mi sento grata, e ogni tanto la vado a rileggere oppure vado ad aggiungere qualche voce.


Una delle cose che utilizzo di più è senz'altro la wishlist. Praticamente di qualsiasi cosa, ne ho fatta una di Amazon, una di Sephora, una di Manske e una, questa sopra, di Aroma-Zone. Lo trovo meno volatile che online e invece che rimbalzare da un sito a un altro ho tutto sott'occhio nel solito posto. A cosa comprata, cancello con un rigo.


Comprando praticamente quasi tutto online, a volte perdo il filo di quando mi doveva arrivare la roba, o di quanti soldi ho speso quel mese. Con il tracker degli ordini online, è tutto più semplice.


Questa è la pagina in cui abitano le idee per nuovi post del blog e i post-it in attesa di essere scritti, principalmente quotes che trovo in giro e che mi piacciono e aspetto di mettere in qualche spazio vuoto rimasto qua e là nel journal.


Infine, la 30-day affirmation challenge. Questa l'ho presa da Boho Berry ma lei la aveva già ripresa da qualcun altro, non ricordo da chi. Comunque sia, sono 30 frasi, una per ogni giorno del mese, con cui si cerca di trasmettere a noi stessi messaggi positivi per poterli poi cercare di mettere in pratica. Ogni mattina prima di uscire leggo la frase corrispondente al giorno e mi do la carica.

***

Non ci sono regole per il bullet journaling, non ci sono sistemi perfetti da imitare. L'unica regola è che sia funzionale per le vostre esigenze, e non c'è niente di meglio che un journal costruito per questo, da noi stessi, con le nostre stesse mani. I planner già organizzati solo con gli spazi vuoti da riempire spesso non soddisfano le esigenze di tutti (di sicuro non le mie perché non c'è mai abbastanza spazio per scrivere), e spesso costano una fortuna. Con pochi euro investiti in un notebook di dimensione ideale come un foglio a5 e delle buone penne si può fare molto meglio.

Lo preferisco di gran lunga a qualsiasi sistema digitale, e lo integro soltanto con la mia agendina microscopica che mi regalarono da Erbolario e che tengo sempre in borsa, nella quale segno soltanto gli appuntamenti - che trasferisco, poi, settimanalmente, nel BuJo.

Spero con questo mio primo post di avervi dato un'idea di cosa sia questo metodo di organizzazione della vita, sia privata sia lavorativa. Vi assicuro che se lo adotterete non potrete più tornare indietro!


Thanks for reading!

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mercoledì 24 febbraio 2016

Qua si mangia bene! # 6: un w-e tra Emilia e Veneto

Mi scuso per l'assenza, ma sono stata maluccio e sono ancora in ripresa. In questo periodo il mio sistema immunitario deve essersene andato a fare un giretto molto lontano da me.

Non molto tempo fa mi sono concessa un week-end in Emilia-Romagna, soggiornando da ospite a Ca' del Bosco di sopra, vicinissimo a Reggio Emilia. Adoro questa regione, un po' perché ci sono vissuta e un po' perché si mangia divinamente e la gente in genere è cordiale. La domenica invece, in occasione del concerto dei Massive Attack, sono stata a visitare la cappella degli Scrovegni di Padova e mi sono fermata a mangiare anche lì.

Il venerdì sera, appuntamento con gnocco e tigelle.
A tutta salute!

Chiaramente l'Emilia non è una regione da prendere in considerazione se siete a dieta, ma penso valga per tutte le regioni italiane. Però, ecco, con gnocco e tigelle si va giù pesante.





Come si evince dalle foto, oltre a dei bellissimi affettati che chi è particolarmente carnaio apprezzerà, c'è anche dello stracchino, del gorgonzola e un cacino di cui non ricordo il nome ma che era buonissimo. Io ovviamente ho praticamente monopolizzato lo stracchino. Le porzioni di gnocco e di tigelle sono, per 3 persone, di 9 pezzi, e ce le siamo fatte riportare ovviamente XD

Dulcis in fundo, una cosa che non mangio mai ma per cui stavolta ho fatto un'eccezione: la Nutella. E vi assicuro che mischiata con lo stracchino e zeppata dentro una tigella calda è la fine del mondo.


Abbiamo speso, per tutto questo ambaradan compresi acqua e Lambrusco, mi pare intorno alle 50. Il posto si chiama Osteria Doppio Litro e si trova a Reggio Emilia. Il loro motto? "Meglio ubriaco che malato!"

Il sabato invece siamo andati a mangiare in un posto un po' sperduto tra i "monti", il ristorante Tortelloterapia, che già il nome è un programma. Si può mangiare alla carta oppure scegliere tra la tortellata gentile e la tortellata normale - che non consiglio a meno che non vi vogliate sfondare di tortelli sul serio, perché già quella gentile era una discreta quantità.
in pratica ti portano sei tipi di tortelli divisi in vassoi da due tipi, così li assaggi tutti, e il menù varia di settimana in settimana credo, o comunque è periodicamente cambiato. Il locale è davvero molto accogliente, e ci sono foto autentiche degli indiani d'America e d'epoca della zona sparse un po' dappertutto nelle sale.



Ed ecco la carrellata di tortelli:


Quelli gialli ripieni di patate e Parmigiano (esagerati!), quelli verdi di crema di cardo (eccellenti!!!)


Quelli arancio erano ripieni di speck e noci, una vera delizia, e quelli rossi al taleggio che sono stati tra i miei preferiti.


Infine, quelli verdi erano ripieni di bietola mentre quelli marroni alla zucca gialla.

Non amo particolarmente la zucca gialla, anzi non riesco proprio a mangiarne più di un pezzettino perché mi stucca, quindi praticamente ho mangiato quasi solo quelli di bietola facendo a scambio con mamma, che invece la zucca gialla la adora.

Da affiancare ai tortelli, volendo, un condimento a base di "soffritto", che è una salsina fantastica a base di pomodoro, cipolla e non so cos'altro, e ovviamente del parmigiano.


Il tutto, che ve lo dico a fare, annaffiato da copiose bicchierate di Lambrusco.

E poi il dolce, di nuovo, stavolta però abbiamo dolci fatti in casa. Nell'ordine, cheesecake ai frutti di bosco, tiramisù e torta al limone.




Non ricordo quanto abbiamo speso ma di sicuro non moltissimo.

Infine, dopo aver visitato la splendida Cappella degli Scrovegni, la cui decorazione fu al tempo affidata a Giotto, la domenica a Padova ci siamo concessi una bella pizza. Siamo andati a mangiarla in un ristorante-pizzeria poco distante la chiesa degli Ermitani e la cappella, che si chiama appunto ristorante Agli Ermitani.
Lo staff è cordiale e ci sono diversi napoletani, il che mi ha fatto subito pensare che forse la pizza sarebbe stata bella alta ai bordi e bella zeppa di farcitura, e infatti così è stato:



Di pizze nel menù ce ne sono davvero tante, ci ho messo un bel po' a scegliere e non è da me! Hanno anche una buona selezione di birre.
Il locale è raffinato e accogliente, in legno e vetrate.



Anche qui, prezzo onesto.

Davvero un bellissimo fine settimana, finché la salute ha retto almeno ho potuto mangiare quello che volevo e sono contenta di essere stata bene in quei giorni, sarebbe stato davvero un peccato non poter assaggiare i tortelli, lo gnocco e le tigelle, e quella pizza favolosa (digerita tra l'altro benissimo e non mi ha dato nessun problema di ritenzione).

Se passate di là, fate un salto in questi bei posticini e non ve ne pentirete! Magari però alla Tortelloterapia prenotate con un certo anticipo, che è sempre pieno!

Thanks for reading

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mercoledì 10 febbraio 2016

Fondotinta Deborah Perfect & Natural - my review

Sono rimasta piacevolmente sorpresa da questo fondotinta, ed è per questo che voglio dedicargli un post a parte rispetto ai preferiti del mese, perché sinceramente da Deborah non mi aspettavo né che facesse un fondotinta senza ingredienti dannosi né che fosse qualitativamente così buono.

La Deborah non è una novizia per quanto riguarda i prodotti a 0%, aveva già fatto il mascara e la matita senza siliconi, parabeni, PEG e ingredienti dannosi di vario tipo, quindi in un certo senso, visto che a quanto pare sembra abbiano riscosso un certo successo (io li devo ancora provare), c'era da aspettarsi la mossa successiva.


L'ho visto alla Gardenia nello stand Deborah, ho dato un'occhiata al prezzo (intorno alle 13/14 € mi sembra), che alla fine per un fondotinta con buon INCI va più che bene, e ho provato la tonalità 01 e la 02. Per quanto io sia chiarissima, la 01 è praticamente avorio ma un avorio molto giallino, e davvero chiarissimo, quindi ho optato per la 02 che sembrava integrarsi perfettamente con la mia pelle.
L'ho usato già 3 o 4 volte e devo dire che sono davvero felice dell'acquisto. Non solo non si aggruma troppo sui pori come fanno la maggior parte dei fondotinta sulla mia pelle (almeno da quando uso quelli ecobio), ma praticamente non si sente, sembra quasi di darsi una semplice crema idratante. Per quanto abbia però una texture fluida e impalpabile, tipica dei fondotinta per pelli grasse o miste, non secca troppo la pelle (se non ci date la cipria, cosa che io non faccio mai perché ho la pelle ipersecca soprattutto sul mento e sul naso), non tira e soprattutto davvero non si avverte.
La coprenza è medio-bassa, però si modula bene per cui consiglio di applicarlo a strati, sovrapponendo magari due strati nelle zone più problematiche. Ricordo comunque, per chi fosse nuovo nel mondo del make-up, che il compito del fondotinta non è coprire le imperfezioni ma uniformare il colorito e la texture della pelle. Per coprire macchie, brufoli, cicatrici e occhiaie ci sono i correttori correttivi, da applicare in piccolissima quantità sull'area incriminata e da coprire poi, picchiettando magari con un dito come faccio io (ma ognuno ha il suo metodo), con una piccolissima quantità di fondotinta. Oppure, se applicate il fondotinta con una spugnetta o con la Beauty Blender - come a volte faccio anche io, dipende dal fondotinta - il miglior metodo per me resta quello di dare il correttore correttivo sulle imperfezioni e poi procedere all'applicazione del fondotinta tamponando con la spugnetta.
Lo trovo perfetto come fondotinta da giorno, e come durata non è affatto male. La mia pelle è particolare, perché ho punti neri su alcune zone, lucidità da disidratazione in altre zone e estrema secchezza in altre zone ancora, quindi i fondotinta tendono a squamarsi sulla mia pelle, soprattutto appunto nelle zone più secche. Questo devo dire che resiste piuttosto bene, o comunque più di altri fondotinta con buon INCI che avevo provato.
Io lo applico con un pennello, nello specifico con il mio preferito per il viso che è il Face Expert Brush di Real Techniques, con movimenti circolari a incorporarlo nella pelle.
Con una bella spruzzata di Nebbia Fissante di Neve Cosmetics mi assicuro una durata maggiore.

Quindi direi che per il contenuto del prodotto, che ha quindi un ottimo INCI, per la texture piacevolmente fluida, per la durata e per essere assolutamente leggero sulla pelle lo promuovo a pieni voti. E secondo me è adatto anche per pelli grasse perché a quanto vedo non unge affatto e non lucida la pelle.

E brava la Deborah!

...GO GREEN!!!

mercoledì 3 febbraio 2016

La canzone che mi frulla in testa #8

Buongiorno!

Oggi parliamo di musica.
Nello specifico, della mia rubrica preferita ovvero le canzoni che mi girano in testa in questo periodo.

Partiamo da LUI: inimitabile, etereo, androgino, estemporaneo, meraviglioso e leggendario uomo dagli occhi incredibili, il Duca Bianco, Ziggy, il Re dei Goblin... David Bowie.

Non potevo non dedicargli uno spazio oggi, a quasi un mese dalla sua morte.
Ce ne sono tanti di brani suoi che amo - ne ha mai scritti di brutti?? - , e in questo periodo Youtube pullula di sue cover da parte sia di sconosciuti sia di gente famosa dei suoi brani più noti del passato (anche il mio adorato Steven ha fatto una sua cover pochi giorni dopo la sua scomparsa, durante lo show di Berlino, Space Oddity feat. Ninet Tayeb).
Io però oggi voglio ricordare un brano che tutti dicono (ma a posteriori siamo tutti bravi, perché prima che ci lasciasse nessuno sapeva che fosse malato di cancro) essere stato il suo testamento: Lazarus.
In questo video si vede un Bowie malato inchiodato a un letto d'ospedale, che lotta contro chissà cosa, e allo stesso tempo il Bowie artista che esce da un armadio e si abbandona all'ispirazione, come a farci capire che nonostante la malattia lui stava comunque proseguendo il suo percorso di artista eclettico, innovativo, affascinante, noncurante delle difficoltà, consapevole sia della malattia sia delle sue capacità mentali e artistiche che sono rimaste le stesse fino alla fine. Se n'è andato di gran classe, non c'è che dire. In pieno stile Bowie.
Quando ho visto Lazarus, subito appena uscito, non avevo dato più di tanto peso alla cosa perché, conoscendo il personaggio, avevo visto il tutto come una critica alla società di oggi che, tendendo sempre più all'uniformità, cerca di uccidere l'arte più pura e all'avanguardia. Forse voleva dirci anche questo, ma io non ci ho voluto vedere altro. Non volevo. Il testo è ombroso e minimal, ci parlava già come se fosse coi piedi dall'altra parte. Tutto l'album Blackstar è decisamente da prendere in considerazione.

Altro brano è uno nuovo dei Massive Attack che hanno inserito nel loro ultimo EP, Ritual Spirit. di una bellezza disarmante. Mi ricorda un po' certi brani dei Dead Can Dance. Non vedo l'ora che sia il 14 febbraio per vedermi i Massive Attack live, perché finora non ho mai avuto l'occasione. Mezzanine mi ha accompagnata per tanti anni ed è tuttora probabilmente il mio album preferito, ma penso che questo sia un gruppo che con il tempo non possa che migliorarsi, hanno uno stile tutto loro e spero lo preservino nel tempo pur evolvendosi come è normale.

L'ultimo è un brano very powerful, che ho beccato alla radio qualche giorno fa e non me lo tolgo più dalla testa: Top of the world by the Van Halen. Che dire... Il suono è inconfondibile e la voce è amazing, come sempre. Cantarla a busso in macchina dà una gran soddisfazione.

Ed è tutto per oggi!

Rock on!

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