giovedì 23 dicembre 2010

Sperare o non sperare

Giornata piovosa. L'ennesima.
Mi ritrovo come ogni giorno a cercare di fare il mio meglio per portare avanti questa tesi, pur cosciente del fatto che non è colpa mia se sono in ritardo. Se solo la prof non mi avesse corretto sei capitoli tutti insieme (uno, tra l'altro, neppure le è arrivato) e se non mi facesse andare a Modena ogni volta per farmi vedere le correzioni ma me le inviasse per email (visto che ci hanno benedetto con internet!)...
Ma la Storia non si fa con i "se". Lo so bene.
Mamma si è laureata il 16 dicembre con 110 e lode e già pensa alla specialistica. Dio solo sa dove la trova la forza (e la voglia) di studiare.
Io più vado avanti più penso che una triennale e una specialistica a poco servano se il datore di lavoro non vuole che l'esperienza. E' anche vero che non ho una laurea in patatine, ma in lingue straniere, e ho anche una certificazione di lingua Inglese di massimo livello. Sto pure scrivendo la mia tesi in inglese, e spero serva a qualcosa anche questo. I miei 5 mesi di esperienza lavorativa all'estero (on my own) varranno forse di più di due fogli di carta con su scritto che sono dottoressa e dottoressa magistrale? Forse sì.
Io continuo a sperare, perché nonostante gli sconvolgimenti politici di questi ultimi giorni voglio ancora cercare un motivo per cui io possa essere felice di essere italiana.

mercoledì 1 dicembre 2010

buone notizie

In senso ironico però. Ieri ho appreso che forse ho una ciste ovarica (devo fare degli esami per capire), più altri problemucci che non sto a dire. Sono tre giorni che non faccio altro che starnutire e ho il mal di testa perenne. A parte questo, la prof ancora non mi ha risposto quindi resto in attesa, sperando di riuscire a finire la tesi entro la fine dell'anno. Lui è in alt'italia e lo rivedrò il 10 dicembre, mamma il 16 si laurea e anche lei di salute sta sempre peggio (come del resto l'università italiana).
Stento a vedere qualcosa di positivo in questo grigio periodo di novembre-dicembre, ma spero di essere cieca.