mercoledì 25 maggio 2016

C.B. Divakaruni, La maga delle spezie - my review

Buongiorno popolo dei lettori.
Oggi vi parlo dell'ultimo libro che ho letto, La maga delle spezie, dell'autrice indiana Chitra Banerjee Divakaruni (titolo originale: The Mistress of Spices, prima edizione del 1997).

E' un tuffo nell'India, ma anche negli Stati Uniti d'America. Queste due culture si confondono e si compenetrano per tutto il libro, sia attraverso gli eventi narrati sia con le parole, dato che spesso l'autrice ci regala termini indiani sia per descrivere le spezie sia quando di tanto in tanto, e quando meno ci si aspetta, le fa uscire dalla bocca dei personaggi indiani emigrati in America che si recano dalla maga per comprare spezie per la cucina o in cerca d'aiuto.
Tilo è la più dotata tra le future maghe allieve dell'Antica, e sta apprendendo le sue arti in un'isola sperduta. A breve sarà spedita in un posto lontano, ad aiutare gli altri ma sempre all'interno della sua bottega, il divieto assoluto di abbandonare le spezie e, al suo risveglio tra quelle mura, sarà spogliata delle sue giovani e belle sembianze e rivestita da una pelle da vecchia.
In quel ristretto luogo troneggiano loro, le potenti, indomabili spezie, senza le quali la maga non è nulla, non può nulla.
La maga Tilo sceglie Oakland, in California, dove farà del suo meglio per aiutare, con i suoi rimedi, indiani e americani.
L'ordine dell'Antica è di aiutare con distacco, senza affezionarsi a nessuno e senza mai rivelare le sue originali fattezze.
E poi un giorno in bottega arriva Raven, il bell'americano che, chissà come, la tratta come se riuscisse a vedere qualcosa al di là della pelle raggrinzita, dei capelli bianchi, del vestito sempre uguale. Neanche lui è come sembra, anche lui ha qualcosa che gli altri non possono vedere.



La maga delle spezie è un racconto di culture che si influenzano a vicenda, del tempo che scorre e quasi ci sbeffeggia, di un amore proibito, e su tutto le spezie, una per ogni capitolo, alle quali Tilo è devota ma è anche pronta, per affetto e per amore, a ribellarsi. Con la certezza nel cuore che ogni piccola o grande ribellione abbia delle conseguenze.

La mano dell'autrice è sciolta e sicura nel descriverci un mondo, quello dell'India emigrante, che sembra avere acquisito un'identità propria, diversa da quella tradizionale ma ancora estranea a quella dell'America. Per quanto i vecchi insistano ad ancorarsi alle usanze indiane, devono fare i conti con i tempi che cambiano, con la modernità e la frenesia della città californiana.
Durante tutto il percorso il lettore viene piacevolmente avvolto dalle spezie e quasi ne avverte il profumo, dal finocchio al cumino, dalla curcuma allo zenzero al peperoncino, e impara a vederle con occhi diversi, dotate di una propria coscienza e di un proprio potere.

5/5!

Thanks for reading

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mercoledì 18 maggio 2016

La canzone che mi frulla in testa #10

Buongiorno!

Dopo un bel po' di tempo torno a prendermi cura di questa rubrica musicale con i consueti tre brani.

Il primo è di una delle voci più belle del rock, Chris Cornell, ed è Nearly forgot my broken heart.
ADORO la sua voce graffiante, e dal vivo solitamente non si smentisce. Questo pezzo mi piace, mi piace l'arrangiamento e la sua semplicità, seppur sul pop andante lui ha sempre un tocco di classe. Il video stile film western è tutto un programma.

L'altro se possibile è ancora più pop (cosa mi sta succedendo?? XD), e mi piace perché sembra happy ma non lo è. Si chiama Ditmas e loro sono i Mumford & Sons. Le volte che lo passavano su Virgin mi ritrovavo sempre a sorridere, ma di un sorriso con un retrogusto amaro. Loro sono londinesi e di recente formazione (2007). Secondo me sono da esplorare.

E adesso quella che canto spesso.. che è un tuffo nel passato, come spesso capita. E' un brano dei Queen, che di certo non hanno bisogno di presentazioni. Non è forse uno dei più ovvi da citare, ed è Play the game. La parte vocale... beh..... cosa gli vuoi dire?, il chitarrone in pieno stile Queen e non so perché ma ultimamente mi ritrovo a cantarla ovunque :))) Mi piace anche quell'intermezzo brevissimo un po' space rock che non ti aspetti, e ad ogni modo dal mio punto di vista è uno dei brani in cui Freddy dà il meglio di sé.


Thanks for reading e buona giornata

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giovedì 5 maggio 2016

Preferiti del periodo: aprile 2016

Con un po' di ritardo sulla tabella di marcia sono a presentarvi i miei preferiti del mese di aprile, come di consueto suddivisi in categorie.

Beauty non make-up

Il primo prodotto è un'acqua micellare. Della SoBio Etic avevo già provato quella all'aloe vera, e mi era piaciuta un sacco, quindi quando all'OVS ho visto questa versione con olio di argan non me la sono lasciata sfuggire.


Come l'altra, 500 ml e quindi vi dura una vita. Ecobio come tutti i prodotti di questa marca, trovo che rimuova il trucco in maniera ancora più efficace di quella all'aloe vera, forse per la presenza dell'olio di argan. Se non erro costa una decina di euro, ma dura davvero molti mesi. Non appiccica e non brucia.

Secondo e ultimo prodotto della categoria è un detergente intimo, che io in realtà uso anche per il viso la mattina sotto la doccia. E' della marca Omia Laboratoires, che fa prodotti con buon INCI e alcuni anche certificati ICEA come in questo caso.



Costa davvero pochissimi euro e questa marca la potete trovare sia alla Coop che alla Conad. Non so negli altri supermercati. Io lo trovo efficace e delicato, e inoltre ha un ph molto più acido della media dei detergenti intimi (3,5 come si legge nell'etichetta). E' all'aloe vera il che non guasta, vista la sua azione lenitiva e sfiammante. Lo uso anche sul viso, come vi dicevo sopra, perché i detergenti intimi se ben formulati sono utili per combattere imperfezioni e altre impurità, oppure per purificare a fondo la pelle e acidificarla un attimino, visto il loro ph. 

Make-up

I prodotti make-up di questo mese sono di Nabla, marca di cui sto acquistando molti prodotti in questi mesi perché apprezzo il loro essere siliconi/parabeni/schifezzedialtrotipo free. Questi due prodotti sono due ombretti, uno è Waterdream e l'altro Desire.



La cosa immensamente figa di Waterdream (che come si vede dalla cialda in foto ho strausato) è che si può utilizzare sia asciutto sia bagnato e sia da solo sia sopra ad altri ombretti per dare quell'effetto "acqua", con la sua miriade di brillantini che se usato da bagnato non se ne vanno assolutamente in giro per la faccia. Il risultato è strabiliante, sembra un ombretto in crema luccicante, e davvero l'effetto è bagnato ma molto sottile, i brillantini sono talmente piccoli che non lo rendono assolutamente pacchiano e creano una bellissima texture.

L'altro ombretto top per me è Desire.





E' uno shimmer ed è di una specie di terracotta che varia al pescato, davvero molto bello e con leggeri riflessi dorati. Sta benissimo da solo o con ombretti sul marrone o sul porpora da applicare all'esterno dell'occhio lasciando la maggior parte della palpebra a Desire. Su Maquillalia li ho pagati entrambi 7,90 €.

Food & co.

Ultima categoria di questo mese, ci ho messo una marca di cereali che adoro e uno stravizio :D

I cereali in questione costano un occhio della testa e per questo motivo li compro solo quando Biobottega li mette in offerta. 


Come si legge dalla confezione si chiamano Krunchy Pur e sono made in Germany. A prezzo pieno vengono più di 4 €. Scontati li pago di solito sui 3,60 €/3,90 €, che è sempre tanto e infatti non posso comprarli sempre, ma questi ai frutti di bosco sono semplicemente spettacolari! Chiaramente biologici.

Ultimo prodotto sia della categoria sia dei preferiti del periodo è la crema Cacao intenso della Ecor, che compro sempre a Biobottega.


Da ragazzina mangiavo la Nutella a cucchiaiate, e ora non la posso vedere nemmeno da lontano perché la trovo troppo burrosa e stucchevole - oltre che estremamente dannosa per la salute. Amo invece molto le creme al cacao amaro, come questa della Ecor, che contiene cioccolato fondente e crema di nocciole, senza burro e senza olio di palma e con solo ingredienti biologici.


Thanks for reading!

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