mercoledì 30 settembre 2015

Roger Waters - The Wall. Un'altra prospettiva.

Ieri sera sono andata a godermi per la terza volta The Wall by Roger Waters, stavolta in versione cinematografica, e dico per la terza perché il concerto lo avevo visto dal vivo a Milano sugli spalti e a Roma sul parterre, e questa al cinema è stata un'esperienza molto interessante. Non solo per gli intermezzi narrativi di Roger che se ne va in giro per tombe e memoriali tra Francia, Inghilterra e Italia, davvero piacevoli e ben realizzati dal punto di vista della regia e anche ben interpretati da Roger stesso, ma anche per alcune particolari immagini che devo dire hanno soddisfatto la mia curiosità. Queste immagini riguardano il gruppo che suona dietro il muro una volta che questo è stato eretto, in particolare durante Hey You, ma anche alla fine del concerto quando la band intona le ultime battute di Outside the wall da dietro le quinte, sul palco solamente Roger e Dave Kilminster. Dal vivo si sente la musica ma la band non si vede, e queste riprese sono state davvero una piacevole aggiunta alle immagini del concerto.
Il concerto... Definirlo così è quantomeno riduttivo. Si tratta di un'opera vera e propria, un viaggio che rapisce ogni parte dello spettatore. Non pensavo che al cinema avrei di nuovo pianto sulle note di Mother, su Vera Lynn, su Comfortably Numb. Solo che a questo punto non so se ho pianto perché ho rivissuto il concerto, in quel momento, oppure se una persona che avesse visto soltanto il film (dotata però come me di grande sensibilità e amore verso i Floyd) avrebbe avuto la stessa reazione, o comunque almeno i brividi. Questo non posso saperlo, so però che il film è geniale, per i passaggi dalla narrazione al concerto e viceversa, per le atmosfere create, e last but not least la chicca dopo i titoli di coda: una chiacchierata tra Waters e Mason seduti al tavolo di un ristorante con di fronte una pila di foglietti di carta con su scritte le domande poste dai fan su internet. Una delle parti che mi è più piaciuta, ho riso davvero tanto perché l'humour di quei due messi insieme è straordinario. E poi, da fan sfegatata dei Floyd che sono, mi fa sempre molto piacere vederli insieme (anche se non TUTTI insieme, ovviamente).

Grazie ancora Roger, per un'altra perla - e grazie anche a Sean Evans, che ha scritto e diretto il film con Waters e ha indubbiamente svolto un lavoro incredibile.




Nessun commento:

Posta un commento