venerdì 13 gennaio 2012

New year's resolutions. I buoni proposti mai mantenuti.

Bene, che dire. innanzitutto BUON 2012! In ritardo. Clamoroso. Ma tanto non mi legge (quasi) nessuno.
Dopo un capodanno da panico, in cui ho lavorato fino alle 4 di mattina in preda a crampi e malesseri di varia natura, sono tornata a lavoro pimpante e fresca come una foglia imbevuta di rugiada, pronta per affrontare questo 2012 come fa un cantante con un DO di petto. Che poi il paragone calza, visto che canto. Ma vabè.
Una delle cose che si fanno per l'ultimo dell'anno, o nei giorni subito precedenti, è sparare cazzate. Mi spiego. C'è una cosa che si chiama "buon proposito", più spesso usato nella sua forma plurale, "buoni propositi", che pare essere una dichiarazione di intenti, tacita o meno, per cui uno si impegnerebbe a fare un qualcosa che sa benissimo (così come lo sa l'eventuale interlocutore) che non farà mai.
Tipo: io mi ero ripromessa di bere meno caffè, di iniziare a fare sport, di trasportare il mio pianoforte elettrico da Siena a Castiglioni, di non incazzarmi più per cose inutili, di non mangiare troppa cioccolata e troppi dolci, di amare il prossimo mio come me stessa e altre minkiate. Ovviamente ho già mandato tutto a puttane.
E voi?

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