lunedì 17 dicembre 2012

Giardinando

Quando ho visto i due giardini della nostra nuova casa, dove stiamo in affitto dai primi di novembre, ho avuto due reazioni contrastanti. La prima, di stupore. Stupore e meraviglia per il Trachelospermum jasminoides (o falso gelsomino, quello che profuma le strade dei paesini di mare), cresciuto così tanto da arrivare al tetto e che abbraccia un'intera parete in compagnia di altri rampicanti, come Hedera e Vitex. Ma anche per i grossi cespugli di Salvia officinalis e Rosmarinus officinalis Pyramidalis, i cui rametti ho già iniziato ad usare in cucina. Stupore e meraviglia c'erano anche per i 6 oleandri (Nerium oleander) di 3 metri che adornavano il bordo del giardino di fronte, proprio accanto al cancellino di ingresso. Ma li hanno potati prima che traslocassimo.

Altro stupore per la Cordyline indivisa (o Dracena, volgarmente), anche lei sui 3 metri e dalle tante chiome, che sembra voler abbracciare il giardino sul retro dove regnano 3 limoni in vaso, due giuggioli (Ziziphus ziziphus), la Dicondra (Dichondra repens) e.....
......il pratino all'inglese. Proprio come nel giardino di fronte, tra l'altro.
Ecco la seconda reazione. Non di stupore o meraviglia, ma di fastidio. Un pratino all'inglese in Maremma vuol dire litri e litri d'acqua d'innaffiatura. Per una attenta agli sprechi, non è proprio il massimo.

La cana ha già scavato un paio di buche (e si è già beccata sonore brontolate che entrano da un orecchio escono dall'altro). Una sulla dichondra (la ucciderei!!!) e una in pieno pratino inglese. Di quella quasi quasi ero contenta. Così toglie l'erba e io a marzo, imperterrita, ci pianto la Dichondra. L'ideale sarebbe un bel prato di Phyla nodiflora (o Lippia, o Wittadinia), che non si taglia e non si annaffia e fa dei deliziosi fioricini mieliferi. Ma dovrei sbudellare tutto il giardino e non credo che la cana apprezzerebbe le api.
Se non avete mai visto la Lippia, eccola qui.

Perché sprecare litri e litri d'acqua per mantenere un prato che non è fatto per stare nell'aridità e nell'afa della Maremma?
Non è meglio dotarsi di piante che sopravvivono in questo clima senza sforzo?

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